Pippo Baudo, una figura iconica e insostituibile della televisione italiana.
Con la sua scomparsa, l’Italia perde molto più di un conduttore televisivo: perde una parte della sua memoria collettiva, un simbolo di eleganza, cultura, intelligenza e passione per lo spettacolo. Pippo Baudo non era solo un presentatore, era un punto di riferimento, capace di raccontare il Paese e la sua evoluzione attraverso la televisione.
Ha scoperto e lanciato decine di talenti, ha condotto il Festival di Sanremo come nessun altro, ha dato spazio alla musica, al teatro, alla letteratura e ha saputo coniugare l’intrattenimento con la qualità.
Il suo stile garbato ma deciso, la capacità di condurre con autorevolezza senza mai sovrastare i suoi ospiti, la curiosità intellettuale e il rispetto per il pubblico lo hanno reso una figura unica, soprannominato con affetto “Superpippo” da generazioni di italiani.
Le parole di cordoglio delle istituzioni — da Giorgia Meloni a Ignazio La Russa, da Alessandro Giuli a Lorenzo Fontana — dimostrano quanto fosse stimato e amato trasversalmente.
Lunga e ricca la sua carriera, costellata da momenti storici e anche da episodi controversi che ha sempre saputo affrontare con dignità e spirito. Fino all’ultimo, la sua presenza — anche solo simbolica — continuava a essere forte, come dimostrato dall’ultima apparizione pubblica alla festa di Pingitore o dalle sue recenti riflessioni su Sanremo.
Pippo Baudo non è stato solo la televisione italiana: in molti modi, è stato l’Italia.
Che riposi in pace.
