L’opinione sportiva di Stefano Villa: È ORA DI RIVEDERE IL TORINO DOVE MERITA

Un’altra stagione interlocutoria per la formazione granata che manca da tanti, troppi anni nell’élite del calcio italiano.

C’era una volta il Torino. Non è l’inizio di una bella favola ma una semplice e per certi versi triste constatazione di quello che rappresenta oggi il Torino nel mondo del calcio italiano. Una formazione storica del panorama calcistico italiano che da oltre trent’anni non riesce a primeggiare.

Dal lontano 1992, quando i granata persero la finale di Coppa UEFA contro l’Ajax nella famosa partita della sedia alzata dal compianto Emiliano Mondonico, ad oggi il Torino non è mai riuscito ad essere competitivo ai massimi livelli nonostante la fede incrollabile dei suoi tifosi che hanno sempre sostenuto la squadra nei (pochi) momenti felici così come nelle (tante) situazioni difficili.

Con l’arrivo in panchina di Ivan Juric la musica sembrava cambiata ma nelle tre stagioni sotto la guida del tecnico ex Verona è mancato quello step di crescita che sarebbe servito per tornare in Europa a distanza di tanti anni.

Gli acquisti di giocatori come Bellanova e Zapata, uniti alla crescita di Buongiorno, sembravano le basi solide da cui ripartire, ma ancora una volta è arrivata una delusione per i sostenitori granata che oltre al danno hanno dovuto subire la beffa di essere tacciati da Juric come “tifosi difficili”, un aggettivo ingiusto per un popolo che ha sofferto eccessivamente negli ultimi decenni.

Sarà difficile rivedere il Torino lottare per lo Scudetto come ai tempi di Gigi Radice e della coppia Pulici-Graziani e impossibile riaprire un ciclo come il Grande Torino, la formazione italiana più forte di sempre, ma questo club merita di tornare a recitare un ruolo da protagonista nel nostro campionato.

Paolo Vanoli nella sua unica stagione ha proseguito sulla falsariga del suo predecessore lottando a metà classifica dopo un grande inizio, una posizione che sta sempre più stretta al popolo del Torino che chiede al presidente Urbano Cairo un salto di qualità importante. Una richiesta rimasta finora inascoltata e che ha portato a numerose proteste sull’operato del numero uno granata.

Ora tocca a Marco Baroni provare a invertire la rotta, anche se le premesse non sono delle migliori: le cessioni di Ricci e Milinkovic-Savic lasciano presagire un’altra annata molto difficile.

Nell’opinione di chi scrive è arrivato il momento di rivedere il Torino dove merita, cioè in una posizione che gli consenta di lottare stabilmente per le Coppe europee. Non sarebbe sbagliato ripercorrere la strada dell’Atalanta, la storia del Torino impone proprio questo.

Stefano Villa – reporter cooperator

Lascia un commento