Gaza alla fame: la carestia uccide quasi quanto le armi



Gaza alla fame: la carestia uccide quasi quanto le armi

A Gaza si muore di fame.
La malnutrizione sta diventando un’arma letale quanto il fuoco israeliano che colpisce chi, rischiando la vita, cerca un po’ di cibo per sé e per i propri figli. Secondo le denunce di tre ospedali della Striscia, almeno 21 bambini sono morti per fame da domenica: uno di loro era un neonato di appena 40 giorni.

Il bilancio delle vittime cresce di ora in ora, tra chi cede alla fame e chi muore sotto i raid dell’IDF (le forze armate israeliane): nelle ultime ore almeno 43 persone sono state uccise, 18 delle quali in un attacco al campo profughi di al-Shati, a Gaza City, e altre sette mentre attendevano l’arrivo degli aiuti umanitari.

“A Gaza si consuma un orrore senza precedenti nella storia recente”, ha dichiarato il segretario generale dell’ONU, António Guterres.
“La malnutrizione sta esplodendo. La carestia bussa a ogni porta.”
Secondo le autorità di Hamas, dall’inizio della guerra il 7 ottobre 2023, i morti sarebbero oltre 59.000.

L’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, ha denunciato che da quando, a maggio, la controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF) – sostenuta da USA e Israele – ha preso il posto delle ONG e delle agenzie ONU nella distribuzione degli aiuti, almeno 1.000 persone sono state uccise mentre cercavano disperatamente cibo.
“Lo schema di distribuzione della GHF è una trappola mortale sadica – ha accusato Philippe Lazzarini, capo dell’UNRWA – i cecchini sparano a caso sulla folla, come se avessero licenza di uccidere.”

Le immagini da Gaza hanno spinto anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a esortare Israele ad aprire un flusso sicuro e rapido di aiuti umanitari.
L’Alta rappresentante UE, Kaja Kallas, ha definito “indifendibile” l’uccisione di civili affamati.

Ma da Tel Aviv la risposta è stata dura: “È Hamas a sparare ai civili e a torturarli mentre cercano di prendere gli aiuti,” ha ribattuto il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar. Ha poi accusato il gruppo palestinese di “sabotare i negoziati per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi,” definendo la loro narrativa “una campagna di menzogne”.

Intanto, la fame non risparmia nessuno.
“Anche medici, infermieri, operatori umanitari e giornalisti stanno morendo di fame”, ha denunciato ancora Lazzarini.
“Molti svengono mentre cercano di svolgere il loro lavoro.”

La situazione è così disperata che persino il Comitato di redazione di France Presse (AFP) ha lanciato un appello per salvare i suoi dieci collaboratori nella Striscia:
“Dal 1944, data della nostra fondazione, abbiamo perso colleghi in guerra, ma mai abbiamo temuto che uno dei nostri potesse morire di fame.”

Uno di loro, Bashar, ha scritto in un post su Facebook:
“Non ho più la forza di lavorare. Il mio corpo è magro, non posso più farcela. Spero che Macron possa aiutarmi a uscire da questo inferno.”

Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha assicurato che Parigi sta lavorando all’evacuazione dei giornalisti “nelle prossime settimane”.

Nel frattempo cresce l’indignazione internazionale. Dopo l’appello congiunto firmato da 25 Paesi, tra cui l’Italia, affinché la guerra si fermi immediatamente, la Gran Bretagna ha minacciato nuove sanzioni contro Israele se non porrà fine alle sofferenze inflitte ai palestinesi.


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