Una nazionale partita tra le polemiche e tornata da Berlino con la Coppa del Mondo, una storia di sport incredibile.
Olympiastadion di Berlino, 9 luglio 2006, dopo 120 minuti di battaglia Italia e Francia si giocano il Campionato del Mondo ai calci di rigore. Trezeguet, eroe degli Europei 2000 e stella della Juventus, colpisce la traversa per la gioia del suo compagno di squadra Gigi Buffon. Gli altri rigoristi sono glaciali e bucano tutti la rete. Si arriva così al penalty decisivo, il quinto per gli azzurri, e a batterlo ci va un giocatore che scriverà il suo nome a caratteri cubitali nella storia del calcio italiano: Fabio Grosso, terzino sinistro del Palermo.
19 anno fa Grosso batteva Barthez facendo iniziare la festa: l’Italia è Campione del Mondo per la quarta volta. L’artefice di questo successo è Marcello Lippi, una vittoria basata sul talento unito a una classe operaia capace di andare sempre oltre i limiti.
Una squadra che poteva contare su Gigi Buffon, il migliore al mondo in quel periodo, su Fabio Cannavaro che giocò un Mondiale semplicemente perfetto alzando la Coppa da capitano e a fine anno anche il Pallone d’Oro. Sulle geometrie di Andrea Pirlo, due dei piedi più vellutati della storia calcistica italiana, e sulle reti di un reparto avanzato di altissimo livello formato da Luca Toni, Alex Del PIero, Francesco Totti, Alberto Gilardino, Filippo Inzaghi e Vincenzo Iaquinta, tutti in rete nel corso della manifestazione.
Un’ossatura di prim’ordine, completata da giocatori fenomenali come Alessandro Nesta, fortissimo ma con un fisico di cristallo, Marco Materazzi, salvatore della patria nella finalissima, e Gianluca Zambrotta, stantuffo dai polmoni inesauribili, in difesa.
In mediana Gennaro Gattuso e Daniele De Rossi, quest’ultimo nonostante la lunga squalifica che lo terrà fuori fino all’atto conclusivo, sono le due guardie del corpo per Pirlo, con Perrotta e Barone come cambi sempre utili alla causa
Zaccardo, Barzagli, Oddo, Camoranesi, Amelia e Peruzzi completano una rosa entra di diritto nell’Olimpo del panorama calcistico azzurro, una squadra partita nella bufera causata da Calciopoli e tornata con la Coppa a ventiquattro anni di distanza dall’ultima volta. Un risultato ottenuto con merito superando ostacoli sulla carta più forti come Germania e Francia.
Una festa in tutta la nazione: per una volta il signore di Bolzano gioiva allo stesso modo del bambino di Palermo, tutti uniti sotto un unico colore, l’azzurro, per celebrare un’impresa che nessuno, e sottolineo nessuno, si aspettava così bella.
Stefano Villa – reporter cooperator
Ritratti Sportivi: ITALIA 2006, UNA SQUADRA DA SOGNO
