Una punta capace di perforare qualsiasi retroguardia difensiva, ecco la storia della “Pantegana Bionda”.
Quando nel 1990, l’Inter preleva dallo Stoccarda un centravanti venticinquenne dalla folta chioma bionda al posto di Ramon Diaz, tutti i tifosi si aspettano di vedere gol a raffica, e Jurgen Klinsmann non li deluderà.
Nelle tre stagioni interiste segna 34 reti in 95 match, una buona media che permette all’Inter dei tedeschi (insieme a lui, infatti, ci sono il compianto Andy Brehme e Lothar Matthaus, due dei giocatori fondamentali per la conquista dello Scudetto dei Record) di trionfare in Coppa UEFA nella stagione 1990/91, il primo di tre successi in questa competizione per i nerazzurri, ma Ernesto Pellegrini non ha tenuto in considerazione una cosa importante: Klinsmann è il classico panzer, la prima punta che fa dell’area di rigore il suo terreno di caccia. Tuttavia l’attaccante tedesco possiede caratteristiche troppo simili a quelle di Aldo Serena, il bomber che con 22 reti ha dato un contributo decisivo per la conquista dello Scudetto dei Record nel 1989, e i due finiscono con il pestarsi i piedi.
Nell’estate del 1992 Klinsmann viene ceduto al Monaco dove realizza 29 reti in due stagioni prima di passare al Tottenham in Premier League dove mette a segno il suo record di marcature in una stagione, 21, non male per la “Pantegana Bionda” (questo il soprannome ideato per lui dalla Gialappa’s Band).
Questa stagione magica convince il
Bayern Monaco a puntare su di lui.
In Baviera ritrova Matthaus riformando un “pezzo” di Inter nella Bundesliga e la punta mette a segno 31 reti in due stagioni risultando decisivo per la conquista di una Bundes e di una Coppa UEFA.
Nel 1997 fa ritorno in Italia, alla Sampdoria, ma dopo soli 6 mesi senza grandi soddisfazioni la mancanza della Premier League lo porta ad accettare, nuovamente, l’offerta del Tottenham (per lui 15 partite e 9 gol) prima di annunciare il ritiro dopo i Mondiali Francesi (per lui 8 presenze e 5 gol nel 2003 negli USA con la maglia dei Blue Stars in quarta serie, ma senza grande forma fisica). Con la nazionale tedesca colleziona 108 presenze con 47 reti che gli valgono la presenza ai Mondiali di Italia ’90 e agli Europei inglesi del 1996, entrambi vinti dai teutonici.
In seguito ha intrapreso la carriera da tecnico allenando proprio la Germania, poi il Bayern Monaco, gli Stati Uniti, l’Hertha Berlino e la Corea del Sud, ma finora non ha ottenuto il successo che lo ha reso uno dei bomber più vincenti della storia tedesca.
Un grande attaccante con un grande istinto del gol che non è riuscito a costruirsi un percorso vincente da tecnico, ma i tifosi dell’Inter non dimenticheranno mai Jurgen Klinsmann.
Stefano Villa – reporter cooperator
Ritratti Sportivi di Stefano Villa: JURGEN KLINSMANN, IL KILLER INSTINCT IN ZONA GOL
