La storia della punta che a Livorno e non solo ha lasciato un segno indelebile: ecco la vita di Igor Protti.
Una bandiera di un calcio che sembra lontano anni luce dalla realtà attuale. La vita sui campi da calcio di Igor Protti è qualcosa che ancora oggi accende la fantasia degli amanti dello sport romantico.
Nato a Rimini nel 1967 figlio di un muratore, Protti dimostra fin da bambino le stimmate della punta letale in zona gol.
Quando ha da pochi mesi compiuto i diciotto anni il Milan, squadra che in quel periodo sta costruendo le basi per il ciclo più vincente della sua storia, lo vuol portare in rossonero. Igor però ha un’altra idea di calcio e decide di andare in Serie C a Livorno, il primo ciac di una vera e propria passione reciproca.
Con la maglia amaranto arrivano i gol ma non la tanto sognata promozione in Serie B e così le strade si dividono, almeno per il momento.
Dopo una stagione al Virescit Bergamo, Protti va a Messina dove mette in mostra un talento eccezionale che lo porta a debuttare in Serie A con il Bari nel 1994. In Puglia esplode definitivamente realizzando 24 reti che gli fanno conquistare un record poco ambito: per la prima volta il capocannoniere della Serie A (in coabitazione con Beppe Signori) retrocede.
Nella stagione successiva passa alla Lazio dove fa coppia proprio con Signori, ma l’intesa non funzione e dopo due stagioni Protti passa al Napoli. Sia in azzurro che nella successiva esperienza con la Reggiana fatica a ripetere grandi numeri in zona gol e così a 32 anni si trova svincolato. Le offerte dalla massima serie non mancano, ma nella testa di Protti c’è solo un obiettivo: tornare a Livorno e conquistare la promozione in Serie B.
Viene riaccolto come un Re e a suon di reti, 27 per l’esattezza, riporta il Livorno in Serie B. Sembra l’apice del sogno, ma il destino ha in serbo per lui qualcosa di ancora più grande. Insieme al “gemello” Cristiano Lucarelli forma una coppia capace di segnare 53 reti in cadetteria (24 Protti, 29 Lucarelli) riuscendo a centrare un’incredibile promozione in Serie A, campionato che mancava a Livorno da cinquantacinque anni. Un’impresa straordinaria.
A 37 anni Protti decide di dire basta dopo una stagione di A con il Livorno, non prima di aver timbrato nel suo ultimo match, uno storico 2-2 con la Juventus dove realizza un gol a Gigi Buffon. Quando mister Roberto Donadoni lo richiama in panchina il pubblico di Livorno gli tributa una colossale standing ovation. Qualcosa di difficile da vedere che emoziona tutti i presenti, anche quelli di fede bianconera.
Ancora oggi se a un tifoso del Livorno viene detto il nome di Igor Protti la lacrima di commozione scatta in automatico, forse il più grande attestato di stima che si possa ricevere dal popolo di una piazza calda e passionale come quella livornese.
Un bomber di provincia che ha segnato la storia del calcio italiano: questo e molto altro è stato Igor Protti.
Stefano Villa – reporter cooperator
Ritratti Sportivi di Stefano Villa: IGOR PROTTI, IL BOMBER DI PROVINCIA
