Una delle pagine più importanti della storia bianconera ci riporta alla stagione 1996/97, ecco la storia di quel campionato della Biellese.
Per l’opinione sportiva di oggi rimaniamo a Biella e torniamo alla stagione 1996/97 della Biellese.
La FCV Biellese, rinata nel 1992 grazie alla fusione con FCV Vigliano dopo un fallimento, disputa il campionato di Serie D. Ancora non si sa ma questa sarà una stagione da incorniciare.
Il notaio biellese Massimo Ghirlanda è dal settembre del 1996 il presidente di quella squadra: da dietro la scrivania gettò le basi del successo, capace di circondarsi di persone serie e competenti nei propri ruoli. Il condottiero scelto per guidare la squadra bianconera in questa cavalcata trionfale fu Roberto Bacchin da Tombolo (Padova) che venne chiamato a Biella all’inizio della stagione 1995/96 ottenendo un secondo posto finale alle spalle del Pisa del compianto Gianluca Signorini.
Quella Biellese poteva contare sul talento tra i pali di Orazio Buda, portiere capace di colpire un quadrifoglio a 50 metri con i suoi precisissimi rinvii spesso sfruttati dai compagni come veri e propri assist, sulla leadership del capitano Lorenzo Mazzia, figlio del grande Bruno e recordman di presenze con la maglia bianconera con le sue 557 partite, sul talento a centrocampo dello “Zar” Ivan Ferretti, Pablo Picasso con il campo da usare come tela per le sue pennellate, e sui gol di Alex Comi, bomber dal fiuto invidiabile.
Questa era la colonna vertebrale della squadra allenata da Bacchin che nel ruolo di terzino destro lanciò un ragazzino nato a Ivrea del quale avremmo sentito parlare: Gianluca Comotto che dopo una stagione da applausi divenne un elemento da Serie A.
Comotto non fu l’unico giocatore di quella squadra ad ottenere una carriera di rilievo, visto che al centro della difesa con capitan Mazzia c’era Davide Mandelli che tutti ricordano in Serie A con le maglie di Siena, Torino e Chievo Verona.
Ma quella rosa non sarebbe mai stata assemblata senza il talento e l’intuito del Direttore Sportivo bianconero Sandro Turotti capace di portare a Biella giocatori di grande talento che risulteranno elementi fondamentali nel corso della stagione.
Bacchin, su un telaio ben collaudato dall’ottimo campionato della stagione precedente, riuscì a trovare la giusta amalgama inserendo giovani di talento ed elementi di esperienza: sarà questo uno dei fattori principali del successo bianconero, amplificato dall’imbattibilità stagionale e dal record di difesa meno battuta dalla Serie A al CND.
Comi gioca un campionato irreale: il bomber di Bresso realizza 21 reti supportato dalle 14 segnature di Girelli, il secondo violino perfetto per formare un attacco atomico. Sfruttando al meglio il lavoro offensivo e le trame di gioco di alto livello la Biellese vola in classifica conquistando la prima posizione sin dalle prime giornate, non abbandonandola fino alla fine.
L’unica squadra capace di impensierire la Biellese quell’anno fu il Casale di bomber De Riggi, capocannoniere del campionato con 31 reti, che tra le sue fila annovera giocatori del calibro del portiere Pozzati e Melchiorri che ha assaggiato la Serie A con le maglie di Lazio e Lecce. Tutto inutile: questa Biellese è troppo forte per non centrare la promozione tra i professionisti e nessun ostacolo si può intromettere tra gli uomini di Bacchin e la tanto agognata C2.
Arriviamo al 13 aprile 1997: la Biellese pareggia 0 a 0 sul campo “Mario Orru” di Cagliari contro l’Atletico Sirio e, sfruttando la contemporanea sconfitta del Casale a Verbania, ottiene la promozione in C2.
La vittoria dello Scudetto di categoria in finale contro l’Astrea allenata da Andrea Agostinelli grazie alla rete di Chicco Rossi, prodotto del vivaio bianconero, in casa e al gol del capitano Mazzia in trasferta (il match si conclude 1 a 1). È la ciliegina sulla torta per una squadra che ha dominato il campionato tutta la stagione, una vera e propria corazzata.
I tifosi seguono in massa la squadra, dimostrando un attaccamento ai colori bianconeri sia in trasferta con vari pullman sempre al seguito della squadra, sia allo Stadio Lamarmora, tanto che in alcune occasioni si giocò in una cornice di ben 5000 spettatori.
Un cammino ricco di successi e soddisfazioni per i sostenitori bianconeri che sperano di vivere tanti anni come quel 1996-97 e questo campionato appena concluso con il tanto agognato ritorno in Serie D.
Stefano Villa – reporter cooperator
L’opinione sportiva di Stefano Villa:BIELLESE 1996-97, STORIA DI UNA CAVALCATA EPICA
