L’opinione sportiva di Stefano Villa: DIAMO A PECCO QUEL CHE È DI PECCO

Il pilota della Ducati ha vinto molto negli ultimi anni, ma non sempre viene riconosciuta la sua grandezza.

Nel mondo dello sport primeggiare è uno degli aspetti più difficili, ma anche quando si riesce a farlo può capitare di non veder riconosciuta la propria grandezza. È questo il caso di Francesco Bagnaia, uno dei più grandi piloti della storia recente del motociclismo italiano spesso “vittima” di una sottovalutazione inspiegabile per un ragazzo che ha raggiunto successi sensazionali in sella alla sua Ducati.

Un pilota che sa reagire bene sotto pressione (non è un caso quando recuperi 91 punti a un grande campione come Fabio Quartararo) e che, nonostante il successo, non si è montato la testa. Un dato che dimostra la grande mentalità di Bagnaia ma che indirettamente lo fa sembrare meno forte di quello che è agli occhi degli appassionati.

Parliamoci chiaro: Bagnaia rientra in quella stretta, strettissima cerchia di campioni capaci di poter vincere su ogni circuito, un’élite che può contare solo su di lui e Marc Marquez tra i piloti in attività. Vederli dividere il box in questo 2025 sarà estremamente interessante e intrigante.

Ma torniamo a Pecco, un ragazzo che ha appena compiuto 28 anni e che può contare su una consapevolezza nei propri mezzi rara anche a questi livelli di eccellenza. Jack Miller, che di Bagnaia è stato compagno di squadra in Pramac prima e in Ducati ufficiale poi, ha più volte sottolineato la persona che è Bagnaia. Un amico prima di essere un compagno di team che mantiene sempre la parola data e che continua ad essere un ragazzo normale nonostante le vittorie che potrebbero portare ad atteggiamenti da star. Questo però non è quello che Pecco vuole mostrare.

Un ragazzo che fa cose normali non solo in pista: molte volte dovremmo riconoscere maggiormente i grandi meriti di Pecco Bagnaia, un campione assoluto.

Stefano Villa – reporter cooperator

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