Giovedì (27 febbraio 2025) alle ore 18.00 l’artista basco Beñat Krolem (Beñat Romera del Cerro) allestirà presso la Fondazione Giorgio Amendola di Torino la sua “installazione effimera” S.C.K. (Survivor Coverture Kit). L’opera – in materiale tessile con sistema di fissaggio in metallo, elastico, bottoni automatici, occhielli e filo – è una performance-installazione in continua trasformazione, strettamente legata al contesto espositivo, in questo caso gli spazi della Fondazione, e alla sua improvvisazione in situ.Beñat Krolem esplora, con la sua ricerca e pratica artistica, l’improvvisazione sonora, orale e visiva, ponendo l’accento sull’esperienza performativa del corpo e dello spazio in diversi contesti, con un particolare interesse per i movimenti di improvvisazione orale e le comunità che li sostengono.

Le opere di Beñat Krolem – pubblicate su riviste e cataloghi – sono esposte in tutta Europa. Recentemente è stato selezionato per il Basque Artists Programme presso il Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Il suo lavoro è stato presentato in istituzioni come La Casa Encendida (Madrid), Azkuna Zentroa (Bilbao), Kursaal (Donostia-San Sebastián) e Studio D (Londra).
Il progetto artistico di Beñat Krolem S.C.K. (Survivor Coverture Kit) è un’opera che si adatta e si ricompone in ogni luogo in cui viene installata. Il kit, trasportato dall’artista come parte integrante del processo creativo, è composto da materiali tessili, elementi metallici, elastici, bottoni automatici, occhielli e filo. I momenti dell’installazione e dell’esposizione coincidono, fatto che rende ogni allestimento unico e irripetibile. La natura effimera dell’opera è quindi centrale dal punto di vista concettuale: il pubblico avrà l’opportunità di assistere a un’opera d’arte che esiste solo nel qui e ora dei locali della Fondazione Amendola.S.C.K. (Survivor Coverture Kit) si configura come un kit portatile, le cui dimensioni, peso e struttura consentono processi di installazione nomadi. L’opera è espandibile e richiudibile, permettendo all’artista di trasportarla facilmente. Il contesto e le condizioni dello spazio sono quindi elementi essenziali per determinare la configurazione finale dell’opera, tra le infinite possibili. Il viaggio con il kit nella valigia fino a Torino rappresenta è parte integrante del processo artistico.

S.C.K. si ispira a materiali, soluzioni ed estetiche legate alla “sopravvivenza”. Particolare rilevanza ha la materialità dei suoi elementi, nonché ai loro possibili utilizzi e connotazioni. L’opera si articola come unica e irripetibile in ogni spazio espositivo. Il suo carattere formale è strettamente legato alla natura improvvisativa. La forma finale è determinata dall’improvvisazione dell’artista. Molto del valore e del senso dell’opera risiede nella sua adattabilità a contesti espositivi diversi, come – nel caso di giovedì – la Fondazione Giorgio Amendola, che, ancora una volta, conferma il proprio impegno affinché il pubblico e i nuovi linguaggi dell’arte si incontrino.
