Leggo con perplessità le critiche dei consiglieri di Buongiorno Biella e del PD sul rifacimento della via Italia, e, pur nel rispetto delle opinioni altrui, non nascondo che trovo questo modo di fare politica poco costruttivo e palesemente autoreferenziale.
E’ vero che la dialettica politica è l’essenza della democrazia, ma è altrettanto vero che la critica costante e metodica di tutto ciò che viene fatto, e di ciò che non sarebbe stato fatto, ha in questo caso una valenza più giornalistica che di contenuto.
Sembra di leggere la storiella del vecchio, del bambino e dell’asino: comunque si faccia, si sbaglia.
Piazza Vittorio Veneto è sotto gli occhi di tutti e le impressioni raccolte dalla cittadinanza sono state più che positive: finalmente una vera piazza da vivere nella città. Eppure, per una sparuta minoranza, le lastre di pietra non vanno bene, i lampioni sono brutti e non illuminano a sufficienza, la piazza non è ancora piazza. Ma lo sanno i solerti consiglieri, generosi nella critica, che i lampioni sono stato scelti tra due tipologie imposte dalla Sovraintendenza, e che quelli installati sono esteticamente i migliori tra i due? E sanno che il potere illuminante non è discrezionale? No, evidentemente non lo sanno e forse non hanno nemmeno interesse a informarsi pur di alimentare la polemica.
E poi la richiesta di condivisione di ogni scelta del Comune, ormai diventata un mantra per chi la invoca, si spinge fino al punto di contestare la legittimazione decisionale in capo a chi è stato democraticamente eletto appunto per decidere.
E’ imbarazzante che si ironizzi sulle competenze dell’assessore, al quale tutto si può rimproverare ma non certo di aver cambiato il volto della città in così pochi mesi dal suo insediamento.
Se volessimo fare, come loro, della dietrologia, allora potremmo discutere di competenze passate di certi sindaci e assessori, a loro affini, che hanno lasciato pesanti eredità, o che hanno spostato a sud il baricentro della città, o ancora che hanno snaturato la funicolare per salire ai piani alti della città.
Ebbene, cari consiglieri, ritengo che prima di cambiare i mobili del salotto della città sia necessario rifare il pavimento rovinato: poi potremo pensare a tutto il resto e, anzi, vi tranquillizzo sul fatto che ci stiamo già pensando fattivamente.
Per una volta, critici serrati, guardate avanti e non imputate a questa Amministrazione errori e inefficienze che arrivano da molto lontano: in sette mesi non si fanno magie e nemmeno miracoli, ma si lavora a testa bassa per il bene della città, e i primi risultati sono tangibili.
Come insegna Aristotele “c’è solo un modo per evitare le critiche: non fare nulla, non dire nulla e non essere nulla.” A noi questo modo di fare non appartiene: non spaventano le critiche per quel che viene fatto, nella convinzione della bontà del risultato, ma soprattutto siamo indifferenti a quelle che sembrano più finalizzate alla foto sul giornale che non alla concretezza delle proposte.
La RISPOSTA DI BIASSOLI A BUONGIORNO BIELLA & PD
