GARDENS BY THE BAYSIMPHONY IN THE ”GARDENS SINGAPORE” CON DINO & NERINA Videoreel



Essere in viaggio per diletto, indipendente dalla regolamentazione di essere  cadenzato dal programma del gruppo organizzato, comporta le scelte in autonomia di chi per whatsapp potersi affidare come supporto logistico in loco, efficienza e capacità sono determinanti per la sicurezza personale e quella degli altri altri che si affidano a me.


La conferma di ciò che mi affascina è sempre il finale di ogni storia a lieto fine che, a differenza delle fiabe, chissà perché quelle siano sempre a  lieto fine sennò non piacciono, il finale di questo viaggio inimmagibabile riservare all’Italia una serata stellare per chi nel mondo è la rappresentanza della cultura, dell’arte e della bellezza che nell’illuminismo ebbe la prerogativa di ergersi come guaritore dell’umanità.


Ecco, a caso per motivazioni di combinazioni multicity della piattaforma dei costi sui voli, Da Nang Hanoi, Hanoi Singapore…….ecco esattamente lo stop a Singapore, una località eccentrica, per definizione città stato, in quanto il più grande hub dell’Asia, super digitalizzata essendo un modello cablato completamente controllato in rete, tutto in hot spot tramite gli hotel per cui acquistare una SIM diventa una scelta personale ma non del tutto una necessità. Tutto ordinato e slick, sistema di trasporto accuratissimo e preciso con la app GRAB, che controlla il servizio low cost dei taxi modello uber.
Luci e sfavillii sulla meravigliosa bay walk, una rilassante passeggiata che parte dal mitico Merlion, l’iconico Fullerton Hotel, lo spaziale Sands Hotel che attraversandolo conduce al faraonico Garden Bay, dove potersi distendere a terra, occhi rivolti al cielo e dalle 19,45 alle 20,00 abbandonarsi e farsi rapire dallo  spettacolare gioco di musica e colori, alla cinematografia di “AVATAR”, degli alberi del Super Tree Grove, questa sera 20 Febbraio, come un incredibile casualità del Agosto 2007 a Las Vegas, il gioco d’acqua delle fontane del Bellagio erano dedicate a Ennio Morricone, tra le luci propagarsi tra i rami, regolate dalle note musicali, inturgidire la pelle sull’aria di “VINCERÒ” del maestro Pavarotti.
Una dimensione di idiliaca incoscienza, di quella spensieratezza irresponsabile per trasporto che per convinzione induce immaginare di poter vivere pensando di non dover morire mai.

Redazione- Dino Pegoraro

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