Il grande  pensiero filosofico dei nostri tempi di Massimo Cacciari

Dopo aver delineato nel precedente articolo la biografia di Massimo Cacciari e la sua attività politica, questa volta illustreremo le sue idee filosofiche. Innanzitutto va sottolineato che la filosofia di Cacciari è imbevuta di pessimismo e ciò fa sì che egli si collochi nella corrente definita della “filosofia della crisi”. Un altro dato importante è che Massimo Cacciari, oltre a essere noto al grande pubblico per l’impegno politico, riscuote un certo successo anche fra gli intellettuali, essendosi aggiudicato il Premio Hannah Arendt per la filosofia politica nel 1999. Infine, precisiamo che Cacciari non ha fede religiosa, ma questo non gli impedì di apprezzare il libro di Benedetto XVI Gesù di Nazaret (prima parte), definendolo un “appello a decidersi” rivolto a ogni persona, credente o meno.

Fissati questi tre paletti, vediamo di spiegare concretamente il pensiero filosofico di Massimo Cacciari. Al centro della sua riflessione si colloca la crisi della razionalità moderna, che si è rivelata incapace di cogliere il senso ultimo del reale, rinunciando a ricercare i fondamenti del conoscere. La visione di Cacciari muove dal concetto di “pensiero negativo”, riscontrato nelle filosofie di Friedrich Nietzsche, di Martin Heidegger e di Ludwig Wittgenstein, per risalire ai suoi presupposti in alcuni aspetti della tradizione religiosa e del pensiero filosofico occidentali. Oltre a ciò, Massimo Cacciari si pone un problema, che potremmo sintetizzare così: che cosa significa “pensare”, in un’epoca nella quale la filosofia appare definitivamente specializzata in ambiti particolari? Vi è “inizio” del pensare, nel senso che il pensare possa assumere proprio l'”inizio” a suo problema? La storia filosofico-teologica europea incentrata sulla nozione di “Deus-Esse” quale “principio” è interrogata da Cacciari alla luce di questa domanda.

Fra le opere filosofiche di Massimo Cacciari ne menzioniamo due: Dell’Inizio, pubblicata da Adelphi nel 1990 (seconda edizione nel 2001), e Della cosa ultima, pubblicata dallo stesso editore nel 2004.

Michel Camillo – membro della redazione

Lascia un commento