Il Ritratto Sportivo di Stefano Villa.GEORGE FOREMAN, IL PUGILE D’ACCIAIO

Un uomo che ha avuto un’ascesa fulminea, capace di vincere il titolo mondiale a 45 anni. Ecco la storia del gigante di Houston.

“Combattere contro George Foreman era come essere in un vicolo e vedersi arrivare addosso un tir con 18 ruote a tutta velocità”.
Basterebbe questa definizione di Joe Frazier per riassumere l’impatto avuto da Big George nel pugilato. Un uomo che ha saputo rialzarsi dopo ogni caduta arrivando sul tetto del mondo con dedizione, sacrificio e tanta passione.

Due metri per 110 kg di muscoli definiti, George Foreman nasce a Houston il 10 gennaio 1949 e arriva a conquistare il titolo mondiale a soli 24 anni dopo aver massacrato in due soli round Joe Frazier scioccando il mondo intero.
Quello però non fu il primo successo di prestigio per questo ragazzone cresciuto nei sobborghi texani a stretto contatto con la criminalità e la prigione: nel 1968 conquistò l’oro alle Olimpiadi messicane ripercorrendo il cammino di Cassius Clay/Muhammad Ali che otto anni prima aveva trionfato a Roma.

E proprio Ali è l’uomo che lo mette KO nel celebre “Rumble in the Jungle” andato in scena nello Zaire il 30 ottobre 1974. In quel match Foreman crivella di colpi Ali con una foga quasi animale, ma il pugile di Louisville con intelligenza tattica si appoggia alle corde per limitare i danni e, sulla distanza, riesce ad imporsi.
Una sconfitta che ancora oggi viene ricordata, ma per Foreman il meglio deve ancora arrivare.

Nel 1987, a dieci anni dal ritiro e dopo aver scoperto la Fede, Foreman tornò sul ring per recuperare la forma e puntare al titolo.
I primi assalti contro Evander Holyfield e Tommy Morrison non sono positivi, ma il 5 novembre 1994 Big George riesce a mettere KO il campione Michael Moorer alla decima ripresa: a 45 anni e 9 mesi Foreman è di nuovo sul tetto del mondo.
Nel 1997, dopo aver difeso il titolo in un paio di occasioni, arriva il ritiro definitivo di una vera e propria leggenda del quadrato.

Dopo la boxe Foreman è diventato imprenditore (la sua ditta di bistecchiere ha avuto successo in tutto il mondo), si è dedicato al cinema con qualche breve ma incisivo cammeo e ha continuato il suo percorso religioso trovando finalmente la pace interiore.
Un qualcosa che può condividere con i suoi dodici figli, sette ragazze e cinque ragazzi che portano tutti il suo nome.

Una grossa eredità portare il nome di George Foreman, per fortuna possono dividersi questo peso in cinque.

Stefano Villa – reporter cooperator

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