Giuseppe, uomo semplice, cercò Dio;Giuseppe, uomo distaccato dal
mondo, trovò Dio; Giuseppe uomo ritirato, godè di Dio” 3. La nostra vita, come quella del santo Patriarca,consiste nel cercare Dio nelle attività quotidiane,trovarlo, amarlo e gioire nel suo amore.
La prima virtù che si manifesta nella vita di san Giuseppe è l’umiltà, quando scopre la grandezza della sua vocazione e la propria pochezza. A volte, alla fine di una giornata di lavoro o durante la fatica stessa, mentre guardava Gesù accanto a sè, si sarà domandato;perchè Dio ha scelto me e non un altro?Che cosa ho io per aver ricevuto questo incarico divino? E non avrà trovato risposta,perchè l’essere prescelti per una missione divina è sempre affare del Signore.
E’ Lui che chiama e dà abbondante grazia perchè gli strumenti siamo idonei.Dobbiamo considerare che “il nome Giuseppe significa Dio aggiungerà. Dio aggiunge alla vita santa di coloro che compiono la sua volontà una dimensione insospettata: quella veramente importante, quella che dà valore a tutte le cose,quella divina. Alla vita umile e santa di Giuseppe. Dio aggiunse–mi si permetta di parlare cosi–la vita della Vergine Maria e quella di Gesù, nostro Signore.Dio non si fa battere in generosità. Giuseppe poteva far sue le parole di Maria,sua sposa : “Quia fecit mihi qui potens est” grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, quia respexit humilitatem, perchè ha guardato la mia piccolezza(cfr Lc I, 48-49). Giuseppe era infatti un uomo comune su cui Dio fece affidamento per operare cose grandi” 4.La coscienza della sua vocazione, l’enormità della grazia ricevuta e la sua gratuita confermarono l’umiltà di Giuseppe. La sua vita fu sempre piena di gratitudine a Dio e di ammirato stupore per l’incarico ricevuto. Il Signore da noi si aspetta proprio questo che ci poniamo di fronte agli avvenimenti alla luce della nostra vocazione, vissuta nella sua più piena radicalità 5, che consideriamo con ammirazione sempre più commossa il grande dono di Dio e siamo grati alla bontà del Signore che ci chiama a lavorare nella sua vigna.II. Fiducioso nella promessa di Dio, non vacillò, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio” 6.
La fede di san Giuseppe, nonostante l’incomprensibilità del mistero, si
mantenne sempre ferma , proprio perchèfu umile. La parola di Dio trasmessa dall’ angelo lo illuminò sulla concezione verginale del Salvatore , e Giuseppe credette con semplicità di cuore. Ma l’oscurità non dovette tardare a ricomparire:Giuseppe era povero, dipendeva dal suo lavoro già quando ricevette la rivelazione sul mistero della Maternità divina di Maria ed è ancora più povero quando Gesù viene al mondo. Non può offrire un luogo degno per la nascita del Figlio
dell’Altissimo, perchè nessuna casa li accoglie e neppure la locanda di Betlemme;e Giuseppe sa che quel Bambino è il Signore, Creatore del cielo è della terra.Più tardi la fede di Giuseppe sarà messa ancora alla prova nella fuga precipitosa in Egitto. Il Dio forte fugge da Erode. Quante volte la nostra fede dovrà essere riconfermata dinanzi agli avvenimenti nei quali appare evidente che la logica di Dio è spesso, diversa della logica degli uomini ! San Giuseppe seppe vedere
Dio in ogni avvenimento, e per questo fu necessaria una santità grande, risultato di una costante corrispondenza alle grazie che riceveva.La speranza si manifestò nella sua crescente aspettativa della venuta del Redentore, che sarebbe stato affidato alle sue cure. Più avanti esercitò questa virtù fin dai primi giorni di Gesù Bambino, quando lo vide crescere al suo fianco; e si sarà domandato molte quando si sarebbe manifestato al mondo come Messia. Il suo amore per Gesù e Maria , alimentato dalla fede e dalla speranza, crebbe giorno dopo giorno. Nessuno li amò quanto lui. E questo amore si manifestava nella vita quotidiana nel modo di lavorare, nel rapporto con i vicini e i clienti.
III. “…che era giusto…”.
La grazia fa si che ogni uomo giunga alla sua pienezza secondo il piano previsto da Dio; e non solo sana le ferite della natura umana, ma la
perfeziona. Gli innumerevoli doni che san Giuseppe ricevette per compiere la missione ricevuta da Dio e la sua perfetta corrispondenza fecero del santo Patriarca un uomo pieno di virtù umane e soprannaturali. “Dai racconti evangelici risalta la grande personalità umana di Giuseppe (…). Io immagino “, diceva il beato Escrivà, “giovane, forte, forse con qualche anno più della Madonna, ma nella pienezza dell’età e delle forze fisiche”7. La sua giustizia, la sua santità davanti a Dio trasparivano nella fama di bene che aveva davanti agli uomini. San Giuseppe era un uomo buono, nel pieno senso della parola: un uomo del quale gli altri si potevano fidare;leale con gli amici, con i clienti;un artigiano stimato, che si faceva pagare il giusto prezzo, che portava a termine con competenza e impegno il lavoro commissionato. Dio si fido di lui al punto da affidargli sua Madre e suo Figlio, E non rimase deluso.La vita di san Giuseppe fu piena di lavoro, prima a Nazaret, poi forse a Betlemme, in Egitto e poi di nuovo a Nazaret. Tutti lo conobbero per la sualaboriosità e il suo spirito di servizio, che dovette avere un’importanza straordinaria nella formazione di un carattere forte, come si rileva nelle diverse circostanze in cui compare nel Vangelo. Non poteva essere diverso colui che in tutto assecondò con tanta prontezza i piani di Dio e si vide sottoposto alle prove difficili di cui ci riferisce il Vangelo di san Matteo. Il suo mestiere a quell’ epoca avrà richiesto destrezza e maestria. In
Palestina un “carpentiere” era un uomo particolarmente abile e molto
considerato 8. Costruiva gli oggetti più diversi, e cosi necessari e utili come travi, casse dove riporre la biancheria, tavoli, sedie, ripianti dove si poneva l’impasto di farina prima di metterla in forno, gioghi madie. E utilizzava strumenti diversi come la sega, la pialla, lo scalpello, la lima, il bulino,l’ascia, il martello. Sapeva incollare, assemblare; conosceva bene i diversi tipi di legno: la loro qualità, la durezza, l’uso più appropriato a cui destinarli.Secondo quanto nel Vangelo, le virtù umane e soprannaturali di san Giuseppe si possono riassumere in poche parole: “fu un uomo giusto”.Giusto davanti a Dio e giusto davanti agli uomini. E’ quello che si dovrebbe dire di ciascuno di noi. E’quello che Dio si aspetta da Lui. La sua giustizia si manifestava in un cuore puro e irreprensibile, in una disposizione a cogliere il volere di Dio e a compierlo. Era una persona dai modi gradevoli e cordiali, attento alle necessità dei suoi amici e vicini amabile con tutti, allegro. Se il Vangelo non ha conservato alcuna parola pronunciata da lui, ci ha descritto, però le sue opere: azioni semplici, quotidiane nelle quali si riflettono la sua santità e il suo amore e che devono essere lo specchio dove con frequenza noi, che dobbiamo santificare una vita normale come quella del santo Patriarca ci confrontiamo.”Si tratta, in definitiva, della
santificazione della vita quotidiana che ciascuno deve acquisire secondo il proprio stato e che può essere promossa secondo un modello accessibile a tutti: “San Giuseppe è il modello degli umili che il cristianesimo solleva a grandi destini, san Giuseppe è la prova che per essere buoni e autentici seguaci di Cristo non occorrono” grandi cose ” ma si richiedono solo virtù comuni, umane, semplici ma vere e autentiche ” (Paolo VI Allocuzione, 19 marzo, 1969″
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