Il Messia nel Pensiero Domenicale di Andrea Benedetto da Vallombrosa ❗️VIDEO❗️

Giovanni il battista indica Gesù come il messia, è “ l’ agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo”, ha contemplato “ lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui” lo riconosce come Figlio di Dio, “ ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.
Nella Santa Messa sentiamo risuonare l’espressione Agnello di Dio, prima nell’ Agnus Dei e poi al momento della comunione.


Perché Gesù è l’Agnello di Dio? L’immagine dell’agnello richiama vari testi biblici , nell’ Antico
Testamento il popolo d’ Israele, conosce l’agnello liberatore che nella notte dell’ esodo Dio ordinò di immolare e il cui sangue liberò il popolo dalla schiavitù per condurlo libero nella terra promessa. In ricordo della liberazione ogni anno, a Pasqua il popolo ebraico, immolava un agnello che veniva consumato durante la notte.
Il profeta Isaia ha parlato del «servo del Signore» come «un agnello condotto al macello» ( Is 52,13-12), «trafitto a causa dei nostri peccati, schiacciato per i nostri crimini, grazie alle cui piaghe noi saremo guariti »(IS 53,5)
I sacrifici di comunione e di riconciliazione con Dio consistevano nell’offerta di un agnello cosi come il sacrificio quotidiano che si offriva nel tempio.
Quando il battista lo indica come Agnello di Dio, coloro che erano con lui compresero, che finalmente era giunto il liberatore, il messia atteso che avrebbe redento ogni uomo, realizzando ciò che era adombrato nelle scritture.
Gesù è colui che ci ha redento, che ha tolto il peccato prendendolo su di sé. «Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce» ( 1 Pt 2,24).
Elimina e distrugge il peccato, Dio ama l’umanità al punto da farle dono del suo stesso figlio.
Giovanni afferma:« E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio» ( Gv 1,34), due verbi sono per noi importanti nella nostra vita di fede: il vedere e il testimoniare.
Anche noi dobbiamo vedere in profondità, contemplare il mistero di Dio, attraverso la sua parola di vita, parola che si incarna nel nostro cuore, riuscire a vedere la presenza di Dio nella nostra vita quotidiana. Imitare l’ Agnello simbolo di mansuetudine che non è un invito alla rassegnazione, sappiamo come Gesù difendeva la verità, lottava contro la sopraffazione dei poveri, degli ultimi degli esclusi, imitare l’Agnello con i mezzi usati da Gesù, l’amore e la verità.
Testimoniare è l’altra parola importante, Giovanni è un testimone, non ha annunziato una salvezza futura, come fa Isaia, ha puntato il dito verso una persona concreta:« Eccolo! È Lui!»
Anche nella nostra vita la testimonianza diventa un dono prezioso per l’altro, aiutare le persone a «vedere» la presenza di Dio, dirlo con la nostra vita, a parole e soprattutto con l’esempio. Le
parole, si dice, muovono, ma gli esempi e la testimonianza trascinano.

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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