L’ INFORMAZIONE SECONDO IL BOOMER ROBERTO PARESCHI. 

Ai miei tempi da boomer informarsi era davvero molto più semplice. C’erano i giornali di sinistra ( l’unità e l’Avanti). Giornali di centro ( La Stampa, il Corriere) e giornali di destra ( Il secolo di Italia).
L’acquisto in edicola avveniva in funzione della tua idea politica.
Oggi è tutto molto più complicato. I contorni dell’informazione sono molto più sfumati e soprattutto ci sono alcuni giornali ( soprattutto a destra ma non solo) che fanno della volgarità e del doppio senso la loro bandiera senza dichiarare una qualsiasi idea politica. E questo è davvero triste
Le televisioni.
All’epoca della spartizione politica, le testate RAI era divise in modo molto chiaro. TG1 al governo e TG2 all’opposizione.
Un approccio, come amo spesso dire ingenuo, da boomer.
Ma non si assisteva agli eccessi a cui oggi si assiste.
All’apologia delle parole dette dal premier nel congresso di partito come prima notizia. O al monologo stucchevole e falso di chi attualmente detiene il potere ( e spesso è stato così anche in passato)
L’ultimo fatto accaduto, la morte del povero bracciante indiano scaricato come un animale davanti alla sua abitazione  perché ferito gravemente, credo abbia fatto toccare con mano la enorme ipocrisia ( vorrei dire schifezza ma limitiamoci all’ipocrisia) in cui ci troviamo a  vivere.
Alcuni appunti.
Il datore di lavoro che afferma che è stata una leggerezza. Non credo esista una affermazione più marcia e più cattiva di questa. Perché l’eventuale “leggerezza” del ragazzo morto non può nascondere il fatto che quel ragazzo era sotto pagato, non in regola e che è stato trattato come un animale al macello.
Un servizio su una rete nazionale ( evito per carità di patria la sigla) ha raccolto queste affermazioni aberranti senza offrire un contradditorio.
Quel ragazzo era un immigrato. Uno di quelli che “rubano, stuprano le nostre donne, ci rubano il lavoro.”
Certi partiti su questi concetti hanno creato la loro fortuna politica. Oggi cosa fanno ? Tacciono.
Il ministro del lavoro che prima scopre il fenomeno del caporalato e poi gli dichiara guerra.
Quanto ministri, di ogni colore e fede politica, hanno dichiarato guerra al caporalato negli ultimi anni. Sono seguiti i fatti alle parole ? Mai e poi mai. Solo e sempre ipocrisia.
Da ultimo un pensiero ai fautori del pericolo della sostituzione etnica. Senza questi poveri ragazzi, veri  e propri schiavi “ non italiani”, la nostra filiera agro alimentare non esisterebbe e ci scorderemmo tutti, soprattutto questi loschi figuri che aspettano un gesto sbagliato di un ragazzo africano per parlare di invasione e di immigrati tutti delinquenti, di deliziare i nostri palati con frutta e verdura di stagione.
Sono davvero stufo di tutto questo. Sarà l’età o forse un principio di demenza senile. Non so.
Ma temo di n on farcela più a reggere questo schifo.

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