Giordano Bruno con gli occhi del lettore Miguel Rodriguez

La filosofia di Giordano Bruno
L’intera filosofia di Giordano Bruno si basa sull’amore per la conoscenza della natura, che per il filosofo altri non è che Dio stesso. Per lui il Dio della Chiesa è al contempo mens super omnia, mente al di sopra di tutto, e mens insita omnibus, mente insita in tutto. Nel primo caso Dio è lontano dalla concezione umana e può essere solo oggetto di fede e venerazione, ma nel secondo caso è anche tutto ciò che ci circonda. Ne consegue che la filosofia bruniana considera l’umanità, il cosmo e l’universo tanti piccoli tasselli collegati gli uni agli altri, che, se messi insieme, formano la totalità di Dio.
Ma se Dio è infinito e potente, come può aver creato qualcosa di finito? Ed è qui che Bruno si discosta dalle percezioni aristoteliche e afferma qualcosa di rivoluzionario.
“Non esiste solo la Terra, non esiste solo un sole; le stelle che vediamo in cielo non sono le uniche stelle del firmamento. Esistono mondi infiniti, altri soli, altre stelle”
Concetti che oggi paiono scontati, ma che all’epoca erano tutt’altro: Eresie.
Ma tornando al dualismo di Dio. Se la sua parte super omnia è al di sopra dell’essere umano, quella insita omnia può essere studiata e contemplata con un eroico furore che innalza lo studioso a ricercatore dell’infinito. E così l’uomo in cerca di conoscenza sulla componente materiale di Dio finisce per essere egli stesso un emulatore di Dio. In poche parole, il desiderio di conoscere la natura è ciò che spinge l’essere umano ad avvicinarsi alla condizione divina attraverso la ragione.
Alla luce di questa breve spiegazione dei tratti salienti della sua filosofia, è facile immaginare perché il 17 febbraio del 1600 Giordano Bruno si trovasse sul rogo.

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