IL BOOMER ROBERTO  PARESCHI  E LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO.

Nel 1989 accadde un qualcosa di miracoloso.
Il muro di Berlino, il simbolo della profonda divisione tra mondo occidentale e l’impero sovietico fu abbattuto per non essere mai più ricostruito.
All’epoca avevo 33 anni, una età in cui credevo che il mio futuro, quanto era accaduto, sarebbe stato un futuro di pace e di comunanza tra le nazioni.
Vissi infatti, assieme ai giovani della mia generazione, la caduta del muro come qualcosa di magico e di profetico.
Il prolungamento delle rivolte studentesche per un mondo senza guerra.
La prova che anche le più grandi utopie possono diventare realtà.
Nella nostra mente di boomer la distruzione di quel muro sarebbe stato insomma il metaforico abbattimenti di tutti i muri che in quel momento erano presenti nel mondo.
Come ho detto più volte, noi boomer siamo ingenui e abbastanza sognatori.
Tanto sognatori da perdere di vista qualche volta la realtà.
L’abbattimento di quel muro a livello pratico ha significato pochissimo.
Le guerre sono rimaste. L’incomprensione tra i popoli pure. La separazione culturale tra oriente e occidente si è perfino rafforzata.
Allora da tutte queste considerazione non può che derivare un pessimismo di fondo.
I piccoli sogni di noi piccoli cittadini del mondo sono destinati a rimanere sempre e soltanto ingenui sogni da boomer.
Oggi i rapporti tra le nazioni sono tornati essere rapporti di forza.
Si è tornato a parlare di guerra fredda ( ricordate?).  Di deterrenza nucleare. Di guerra.
Come possiamo noi boomer che abbiamo creduto alle utopie accettare tutto questo ?
Semplicemente non possiamo.
Non mi rassegnerò mai al pressapochismo con cui viene gestita la cosa pubblica. Alla ipocrisia delle nazioni. Alle dichiarazioni di convenienza in favore di questa o quella nazione.
Ma nello stesso tempo – e questo è il bello di essere boomer – non finirò mai di sognare che un mondo diverso è possibile e che noi tutti, senza distinzione, con i piccoli gesti, con il nostro esempio, con parole di pace e di comprensione possiamo raggiungerlo.

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