IL BOOMER ROBERTO PARESCHI E L’INFORMAZIONE MARTELLANTE.

Avrei alcune domande da fare.

Ma davvero, mai come in questo periodo, siamo alle soglie della terza guerra mondiale ?

Veramente il mondo è funestato come non mai da guerra regionali o nazionali più o meno drammatiche?

Ma soprattutto : davvero non è mai accaduto di trovarci in una simile situazione che tutti giustamente definiscono drammatica ?

Ho scavato nei miei ricordi giovanili, di quando ero troppo impegnato a salvare il mondo per chiedermi se il mondo poteva davvero essere salvato.

Qualcosa ho ricordato e qualcosa ho pensato.

Intanto una constatazione.

I miei tempi non brillavano affatto per la qualità e la quantità dell’informazione internazionale. Solo in età adulta, con l’avvento delle testate giornalistiche invasive, ho ad esempio scoperto che durante la crisi di Suez, il mondo era stato a un passo dallo scomparire.

Uno dei mie tormentoni giovanili era la guerra del Vietnam. Mi sembra che esistano parecchie analogie con la guerra tra Russia e Ucraina. Il topolino ( l’Ucraina oggi e il Vietnam del nord allora) impegnato contro lo strapotere delle potenze mondiali.

Dunque niente di nuovo.

Ricordo anche la c.d. “ guerra dei sei giorni”. Israele impegnato a difendersi da una guerra dichiarata da una alleanza di paesi arabi.

Una situazione drammatica e una guerra che avrebbe potuto sfociare in un dramma mondiale.

Esattamente come sta accadendo oggi in Palestina.

Non voglio fare troppo facili parallelismi ma sono sempre più convinto che la vera differenza tra i miei tempi e quanto sta accadendo ora, sia da ricercare nel tipo di informazione a nostra disposizione.

L’attuale informazione a me pare alla ricerca spasmodica dell’elemento destabilizzante capace di far vendere o di ottenere visualizzazioni internet. Ma anche di generare ansia e stress.

In altre parole l’attuale informazione è decisamente più efficace. E’ però troppo “martellante” e catastrofica. Non è fruibile per la nostra curiosità. E’ al contrario la padrona e la manipolatrice dei nostri sentimenti

Quell’altra informazione, quella dei miei tempi, era una informazione più parziale, molto più ingenua e pressapochista. Ma tendeva a rassicurare e qualche volta a nascondere informazioni che non potevano essere comprese da tutti.

Che poi , in ultima analisi, non conoscere le cose certe volte ti fa stare meglio.

Questa affermazione non sarà un esempio di coerenza ma è certamente un giusto compromesso da ansia e realismo.

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